Lo stupro e la violenza sessuale vengono utilizzati in maniera sistematica come strategia di guerra, sono “armi economiche” che distruggono sia la persona che subisce le violenze sia il tessuto sociale delle comunità a cui appartiene, provocando un terrore che pervade tutti gli aspetti della quotidianità e rende pericoloso andare al mercato, a prendere acqua, recarsi nei campi, e per le giovani rende pericoloso addirittura andare a scuola, favorendo i matrimoni precoci, considerati dalle famiglie l’unico modo per proteggere le figlie.
Le donne vengono private della propria umanità, oggettivizzate, considerate l’estensione del campo di battaglia su cui poter compiere crimini efferati, sono considerate moneta dell’economia di guerra dei gruppi armati e dei terroristi, che traggono profitto dal traffico di questi esseri umani.
Le conseguenze di queste violenze sono devastanti e necessitano un approccio omnicomprensivo che preveda cure fisiche, psicologiche, reinserimento socioeconomico e soprattutto giustizia.
Si tratta di un fenomeno ancora sottostimato perché sono poche le donne che hanno la forza di denunciare quanto accaduto a causa dello stigma nei loro confronti che le vede complici dei propri carnefici e colpevoli di portare in grembo il figlio del nemico. Rappresenta una minaccia ed un ostacolo per il raggiungimento di una pace sostenibile e la ripresa delle attività nel post conflitto.
“Un mondo che si impegna per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e non vuole lasciare nessuno indietro, deve necessariamente impegnarsi al fianco delle sopravvissute alla violenza sessuale come arma nei conflitti dando seguito all’obiettivo n°5 uguaglianza di genere, contribuendo così anche al raggiungimento del n°16 Pace, giustizia e istituzioni solide” dichiara Tibisay Ambrosini coordinatrice nazionale della Campagna Italiana contro lo Stupro e la Violenza Sessuale nei Conflitti – Stop Rape Italia “ a causa
dello stigma nei loro confronti queste donne vengono messe ai margini delle loro comunità, rifiutate e abbandonate, questo significa privare le comunità stesse del prezioso contributo rappresentato dalle sopravvissute. Grazie al supporto di associazioni locali e internazionali impegnate al fianco delle Survivors sono molte le storie di rinascita che parlano di donne che da vittime sono diventate protagoniste del cambiamento che vogliono portare, impegnate a promuovere i diritti delle sopravvissute e delle donne in generale. Come Stop Rape Italia abbiamo deciso di celebrare questo 19 giugno condividendo le storie di queste donne resilienti e dare voce alle loro richieste di riparazione e di giustizia, una per tutte Esperande, sopravvissuta del Burundi, “Noi non guariremo fino a quando il mondo non ascolterà le nostre voci” conclude Ambrosini.
“Le violenze sessuali sono divenute ormai parte integrante delle violenze che tutte le popolazioni civili sono costrette a subìre durante i tanti conflitti che ancora oggi, purtroppo, infuriano nel mondo.”, ha ricordato Giuseppe Castronovo, Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, che già nel dopoguerra si era impegnata in questo campo, promuovendo in tutti i modi il riconoscimento di un risarcimento alle vittime di stupro durante la Seconda Guerra Mondiale, molto numerose in certe zone e, purtroppo, per lungo tempo disconosciute nei loro diritti. “E’ per questo motivo che l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra sostiene con convinzione la campagna Stop Rape Italia, chiedendo alla comunità internazionale il massimo sostegno alle vittime di questa orribile forma di offesa a tutto il genere umano.”
Anche l’Italia dello sport è attivamente impegnata a fianco delle Survivors, la Nazionale Femminile di Hockey prato è infatti testimonial di Stop Rape Italia “Scendendo in campo con il logo di Stop Rape Italia sulla maglia è come se prestassimo le nostre braccia e le nostre gambe a tutte quelle donne che lottano per raccontare le loro storie di riscatto” dichiara Chiara Tiddi capitana della Nazionale “essere le loro ambasciatrici è motivo per scendere in campo ancora con più grinta e determinazione” conclude Tiddi.
La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Sessuale nei Conflitti è stata istituita il 19 giugno 2015 con la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (A/RES/69/293). Obiettivo della Giornata è sensibilizzare sulla necessità di porre fine alla violenza sessuale connessa ai conflitti, onorare le vittime e le sopravvissute di tutto il mondo e ricordare tutti coloro che hanno dedicato con coraggio la propria vita, in alcuni casi perdendo la vita stessa, per sradicare questo crimine.
La data del 19 giugno è stata scelta per commemorare l’adozione della Risoluzione 1820 (2008) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite avvenuta il 19 giugno 2008, in cui il Consiglio di Sicurezza condanna l’uso della violenza sessuale come tattica di guerra e ostacolo per la ricostruzione della pace.
La Campagna Italiana contro lo Stupro e la Violenza Sessuale nei Conflitti – Stop Rape Italia nasce nel 2014 in seguito ad una missione nel nostro paese della Premio Nobel per la Pace (1997) Jody Williams, durante la quale nel corso di un incontro istituzionale con l’allora
presidente del Senato Pietro Grasso presentò la International Campaign to Stop Rape and Gender Violence in Conflict.
Le azzurre dell’Hockey il 19 giugno saranno impegnate a Valencia per la “Final” delle Hockey Series è in programma dal 19 al 27 giugno; si tratta della competizione che, dopo una fase ‘aperta’ dà alle prime due classificate la possibilità di giocarsi una carta olimpica, negli spareggi del prossimo anno con le squadre reduci dalla Pro League.
Per interviste:
Tibisay Ambrosini 3481049619 t.ambrosini@stoprapeitalia.it