Progetto per Eticarim

Mi chiamo Brighi Ernesto e sono il Presidente della Sezione Provinciale  dell’ Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Onlus di Rimini. Come  membri  dell’ Associazione, ci rechiamo  nelle scuole, a portare la testimonianza delle vittime civili di guerra, tutti volontari e vittime del secondo conflitto bellico, che hanno subito nel corpo e nello spirito gli orrori della guerra. Attraverso il racconto dei nostri testimoni,  rivolgiamo un appello ai più giovani, perché riflettano sul valore della pace, della  solidarietà, della tolleranza e del PERDONO. In particolare, attraverso  il racconto di  Franco Leoni Lautizi, sopravvissuto alla strage di Marzabotto,  svolgiamo  un’ intensa attività di testimonianza sulle stragi nazifasciste , una sorta di “ARMADIO DEI RICORDI”,  perché la disumanità della guerra, che offende l’intera umanità non abbia più a ripetersi.

Abbiamo quindi pensato al progetto “A scuola di memoria”,un modulo didattico che coniugasse la testimonianza diretta delle vittime civili di guerra nelle scuole con un concorso scolastico. Si è quindi reso necessario chiedere AIUTO alla società civile, condividendone i nostri propositi. Ci siamo così avvicinati  da profani al mondo della raccolta fondi, in particolare utilizzando lo strumento del crowdfunding, messo a disposizione della piattaforma di ETICARIM, consapevoli delle difficoltà  per chi, come noi, ha la “mission della cultura”.

E’ stata una sfida nuova per noi non più giovanotti, ma  ci siamo tutti messi in gioco, con dedizione, entusiasmo e “mettendoci la faccia”.

Il progetto infatti,   oltre ad essere  online sulla piattaforma di ETICARIM prevede anche la narrazione della  storia di vita   di  Franco Leoni Lautizi suddiviso in clip, con lanci settimanali  dalla pagina Facebook di ETICARIM , con riscontro di numerose visualizzazioni.

Col vostro contributo e per questo Vi ringrazio sentitamente, siamo riusciti a consegnare n.5 borse di studio, utilizzabili per l’acquisto di libri e materiale didattico, consegnate nell’ambito del concorso scolastico sui temi della guerra  “Diario riminese”, la cui premiazione si è svolta presso la Sala del Museo della città di Rimini. Nel frattempo stiamo stampando la raccolta autobiografica del “ Libro dei testimoni”, che oltre ad essere inviato a tutti i  nostri donatori, verrà consegnato nelle classi il prossimo anno scolastico, offrendo le storie  delle vittime civili di guerra come DONAZIONE DI VITA.

Infine,  ma non per ultimo, vorrei ringraziare ETICARIM. Non  avremmo sicuramente raggiunto l’obiettivo senza il VOSTRO supporto  sia  professionale  che umano.

GRAZIE ETICARIM. GRAZIE DI CUORE!

Franco Leoni è un testimone davvero speciale. All’eta’ di 6 anni riuscì a salvarsi dalla strage che nei mesi di settembre-ottobre 1944 costò la vita a 770 persone innocenti, di cui 216 bambini, vittime dei rastrellamenti nazisti.

Ventinove settembre, mattinata uggiosa, una pioggia fine, continua e fastidiosa. Riparati nel ristretto spazio di un rifugio nel bosco, scavato nel tufo e pieno di umidità, pigiati nel poco spazio tante persone, vicini di podere e gente sfollata, proveniente da altri parti. Noi bambini chiassosi e tante donne e vecchi atterriti dalla paura. Un lamento soffocato, che ad ogni minuto si fa sempre più forte e insistente, è in arrivo un piccolo fratellino, bisogna ritornare a casa per il parto, il luogo e la situazione non è adatto per un evento tanto delicato. La nonna Amalia ci accompagna, anche se inesperta, in questa urgente occasione si adegua anche a levatrice, non ci sono alternative. La stradina verso il poggio non è molta, ma sembra infinita, la pioggia sottile e fastidiosa, la mamma è pallida e sembra cadere a ogni passo. Arrivati, la casa e la stalla sono già un inferno, tutto è a fuoco, l’odore acre della carne bruciata entra nelle narici, una mucca muggisce in continuazione nella sofferenza data al fuoco. Bisogna ritornare al rifugio e adeguarsi alla situazione. Sorretta dalla suocera e lamentandosi per il troppo dolore, si ripercorre il sentiero, quando all’improvviso, il crepitio dei fucili e il sibilare delle pallottole ci sorprende, non c’è riparo sicuro, unica alternativa un pagliaio a pochi metri, ma la corsa finisce subito; la nonna per prima, la mamma colpita al ventre cerca di ripararmi, sento il sangue colarmi dalle ferite. I suoi urli strazianti mi entrano nel cuore e non potrò mai più dimenticarli. E’ sera con il buio mi vengano a prendere dal rifugio, mi sdraiano su un mucchio di fascine avvolto nella coperta della mamma, aspettano soltanto la mia morte.

Percepisco la voce di mio padre Armando, è disperato, ha perso tutto in un giorno solo non vuole più nascondersi, vuole solo farsi prendere e morire, non ha più niente per cui vivere. Passano due giorni, mi riprendo, non era giunto ancora per me l’appuntamento con il destino. Ci prelevano le SS dal rifugio e ci portano verso Serana, come in una processione, sospinti dai fucili. Sulla strada. morti e vivi si confondono tra di loro, un inferno. Ho dovuto dire addio troppo presto ai miei genitori, una parte di me se n’è andata con loro, la loro scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di me. Voglio credere che da dove sono mi stiano guardando e mi stiano regalanddo un sorriso. Saranno sempre nel mio cuore. Ciao Martina, ciao Armando se il vostro sacrificio è servito per avere un mondo migliore sono fiero di essere vostro figlio”.

Franco.

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